a cura di Redazione, diGenova OdV
Che le tecnologie digitali stiano profondamente trasformando il mondo in cui viviamo è una cosa detta talmente tanto spesso da essere ormai diventata quasi un luogo comune. Ma è profondamente vero.
La rete, e la disponibilità di smartphone, tablet, laptop e PC a basso costo nelle mani di chiunque ha completamente cambiato il nostro modo di vivere, facendo invecchiare e sparire usi e costumi vecchi di secoli, e portandoci a scoprire nuove opportunità e nuovi orizzonti. Ma non è finita qui: le nuove tecnologie in arrivo, come l’Intelligenza Artificiale, la realtà virtuale e aumentata, i computer quantistici, promettono di trasformare il nostro mondo in modi che non riusciamo neanche a concepire.
È una vera, autentica rivoluzione.
Ma, come diceva qualcuno che di queste cose se ne intendeva, una rivoluzione non è un pranzo di gala. E la rivoluzione digitale non fa eccezione.
Come un fiume in piena, la rivoluzione digitale travolge tutto ciò che trova davanti a sé compenetrandolo, pervadendolo e disarticolandolo, e lasciando dietro di sé una gran quantità di rovine: organizzazioni disfunzionali, sistemi scolastici obsoleti, modi di comunicazione superati.
E, soprattutto, tanta, tanta gente.
Studenti ancora prigionieri di un sistema scolastico imperniato sul paradigma crociano-gentiliano della scuola idealistica, che impedisce loro di procurarsi gli strumenti per comprendere il domani e programmare per sé stessi un futuro dignitoso. Anziani non più in grado di comprendere e padroneggiare le nuove tecnologie, che vedono, per questo, sempre più ristretta la loro libertà di azione. Lavoratori, le cui conoscenze e la cui esperienza è diventata obsoleta, e per questo espulsi dal ciclo produttivo, che faticano, per età e cultura di base, a riconvertirsi alle nuove tecnologie e ad assicurarsi un futuro professionale accettabile. Sono loro le vittime di questa rivoluzione. Sono loro, gli “analfabeti digitali”, secondo una locuzione sempre più in voga. E la situazione sta cominciando a diventare preoccupante, soprattutto alla luce dell’ingresso delle nuove tecnologie in corso di gestazione: comincia a prefigurarsi un futuro distopico, terrorizzante, che in qualche maniera tende a richiamare la struttura delle società preindustriali di “Ancien Regime”: piccole classi dominanti, che detengono il vero potere, in quanto depositari della conoscenza, e masse di “popolo” soggetto, succube e influenzabile, in quanto mancante degli strumenti di base per la comprensione del mondo che li circonda.
È un quadro forse lontano, ma non impossibile, e spaventoso.
Che fare?
Queste sono le domande che si sono poste un piccolo numero di persone. Costoro, dopo aver passato tutta la loro vita professionale negli ambiti della ricerca, sviluppo e implementazione delle tecnologie digitali, e di quelle ad esse strettamente collegate, hanno cominciato a chiedersi dove stava portando tutto questo. E hanno pensato che, dopo aver dato un contributo (per carità, infinitesimale!) allo sviluppo di quelle tecnologie forse potevano dare anche un contributo a diffonderle, farle conoscere e praticare, renderle, per ciò stesso, patrimonio di tutti, evitando quindi gli scenari di cui sopra.
E hanno cominciato a pensare. Che fare, dunque?
Certo, qualcosa di commisurato ai loro mezzi: i nostri non avevano, né hanno, la possibilità di cambiare la scuola italiana, né di modificare la cultura del nostro paese, così pervicacemente antiscientifica e antitecnologica. Né hanno le risorse per avviare programmi di diffusione di massa delle tecnologie digitali, e/o quant’altro si potrebbe concepire, ragionando su grande scala, come sarebbe forse necessario.
Ma hanno pensato che qualcosa, loro che hanno ricercato e sperimentato cose nuove per tutta la loro vita, potevano fare.
Ricercare e sperimentare, appunto.
Ideare, mutuare, provare, applicare, diffondere nuove iniziative per la diffusione della cultura digitale, nell’ambito di Genova e della Liguria, ambito ristretto, ma già molto grande, con una grande città e un vasto tessuto industriale avanzato. Con la speranza che ciò che hanno inventato, promosso, diffuso abbia successo, e divenga un modello adottato da sempre più istituzioni, contribuendo così, veramente, a far cambiare le cose.
Una startup, insomma. Una startup senza scopo di lucro, destinata allo sviluppo di iniziative per la diffusione della cultura digitale. E aperta alla collaborazione con chiunque ci vorrà stare.
Da queste riflessioni, è nata diGenova: una OdV dedicata a sviluppare iniziative innovative per la diffusione delle tecnologie digitali a Genova e in Liguria. I suoi fondatori si sono messi subito al lavoro e, nonostante le iniziali difficoltà, e soprattutto l’ostacolo del Covid, che ha costretto a rimandare e/o ridimensionare molte iniziative, hanno sviluppato e hanno in corso di sviluppo un vasto portafoglio di azioni per la diffusione della cultura digitale presso coloro che ne hanno più bisogno: gli studenti, gli anziani, le persone in ritardo tecnologico.
Il primo target delle attività di diGenova sono stati i giovani studenti delle superiori. Perché sono i giovani che recano in sé le potenzialità in divenire della loro esistenza e del futuro di questo paese. E quindi sono coloro che devono essere il primo bersaglio, per esser consci di ciò che accade, di ciò che li attende e delle strade che conviene loro seguire. E per questo, le azioni di diGenova sono state inizialmente formalizzate su due tipologie di intervento:
Col tempo, l’offerta di diGenova nel campo delle attività di PCTO si è ulteriormente espansa e differenziata, con l’obiettivo, da un lato, di un ‘espansione del target, passando a includere, oltreché gli studenti delle ultime classi, quelli delle classi inferiori; dall’altro, di passare da presentazioni di tipo frontale a moduli complessi con un alto grado di interattività e di coinvolgimento degli studenti.
Oggi, le attività di PCTO di diGenova, che si svolgono negli ultimi 3 anni delle Scuole Secondarie di Secondo Grado, sono improntate su una serie di moduli strutturati, i quali si pongono l’obiettivo di aumentare la consapevolezza degli studenti sui temi fondamentali nella scelta del loro percorso di studi. Attraverso momenti di gioco e di coinvolgimento attivo, vengono fornite non solo competenze digitali di base non previste nei programmi scolastici, ma anche una panoramica sulle possibilità lavorative offerte dalle nuove tecnologie, la cui rapida e costante evoluzione obbliga il mondo, tutto, al continuo aggiornamento. L’obiettivo è quello di dar loro le conoscenze necessarie per affrontare, in modo consapevole e critico, scelte impegnative che condizioneranno il loro futuro. Essere informati sull’evoluzione del mercato del lavoro nel medio e lungo periodo è un prerequisito fondamentale per una scelta consapevole nella costruzione della propria vita.
I PCTO di diGenova sono realizzati in collaborazione con il Dipartimento DIBRIS (Informatica, BioIngegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi) dell’Università di Genova. La collaborazione con l’Università è di fondamentale importanza non solo per informare sulle opportunità formative, ma soprattutto per attivare laboratori coinvolgenti che consentano di maturare una competenza specifica, necessaria per capire come evolveranno gli strumenti e le modalità lavorative. (https://www.dibris.unige.it/)
Una particolare evidenza viene data alle SoftSkills (o LifeSkills) che rappresentano una componente fondamentale nella formazione personale: tramite strumenti di gioco, messi a punto da società specializzate, quale “Edutainment Formula”, vengono descritte, misurate e migliorate le principali abilità personali, quali ad esempio problem solving, organizzazione, lavoro in team. Ciò è di particolare importanza, in quanto tali competenze sono ormai parte delle richieste di base per qualsiasi posizione lavorativa. (https://www.edutainmentformula.com/).
Un’altra importante linea di tendenza che seguono le attività di diGenova è quella dello sviluppo di “comunità” di studenti, orientate al raggiungimento di risultati predefiniti. Ciò allo scopo di consentire a questi di focalizzarsi sul conseguimento di obiettivi condivisi, lavorando in squadra, comunicando gli uni con gli altri, senza supervisioni esterne (o con queste ridotte al minimo), come utile palestra per lo sviluppo di una maturazione di soft skill che saranno di importanza fondamentale per il loro futuro, professionale e non.
Rientra in questo quadro la partecipazione di diGenova all’iniziativa promossa da DiCulther “mille mani per una storia”, per la realizzazione di un romanzo scritto a più mani da gruppi di studenti, riuniti secondo modalità interclasse, e appartenenti a diversi istituti scolastici, un’iniziativa che ha riscosso ampia risonanza a livello sia nazionale che locale.
Un’ulteriore, importante iniziativa intrapresa nell’ambito di questo filone è consistita nella realizzazione di corsi per la realizzazione di una Web TV digitale, per la curatela digitale partecipata.
Il corso si focalizza sulla realizzazione di una piattaforma “WEB TV” allo scopo di sensibilizzare gli studenti sulle modalità innovative con cui il patrimonio culturale italiano può essere valorizzato, partecipato e soprattutto fatto “emergere”, dimostrando come attraverso un utilizzo “smart” della tecnologia digitale, soprattutto in termini di ridotti costi di creazione/esercizio e grazie alla pervasività della rete Internet, questo strumento permetta di dare visibilità e a un patrimonio culturale spesso nascosto e/o poco partecipato.
Obiettivo secondario (ma neanche tanto) del corso è quello, inoltre, di aiutare gli studenti a sviluppare il proprio potenziale creativo attraverso una didattica dinamica, lo sviluppo di competenze trasversali e l’utilizzo di nuove tecnologie.
Tramite questo corso, si spera di raggiungere una serie di risultati, quali saper gestire e diffondere efficacemente, su più mezzi, con più modalità, e in più luoghi, varie tipologie di contenuto culturale, massimizzare la platea dei partecipanti, utilizzando contenuti e metodi differenziati per utenza, valorizzare le peculiarità del territorio, attraverso la Geolocalizzazione della fruizione culturale, utilizzando un approccio critico per monitorare e verificare l’efficacia delle azioni realizzate per adeguarle all’obiettivo
Il corso Web TV–TG della Cultura Digitale fa parte della iniziativa SCUOLARETE.IT (https://scuolarete.it/ ), un progetto PNSD aggregatore di talenti e buone pratiche, che intende valorizzare le eccellenze che in questi anni hanno contribuito al positivo e silenzioso cambiamento della scuola italiana: questo tramite il lavoro di un gruppo di Dirigenti e Docenti che hanno lavorato come agenti del cambiamento, cambiamento che, modificando, gradualmente o improvvisamente, il proprio ambiente lavorativo, va oltre il semplice concetto del digitale nella didattica, fino ad assumere le sembianze di un vero e proprio processo di adeguamento di pratiche e contenuti della scuola ad un mondo in costante mutamento.
Anche verso il settore degli anziani diGenova ha in corso iniziative di formazione e aggiornamento, per colmare il ”gap digitale” che impedisce loro di essere cittadini e membri attivi a pieno titolo della società. In particolare, è stata attivata una collaborazione con il Centro Oncologico Ligure (COL), un’associazione no-profit che offre visite mediche specialistiche a prezzi vantaggiosi, con lo scopo di favorire la prevenzione oncologica e la diagnosi precoce dei tumori. I corsi di Alfabetizzazione Digitali, progettati da diGenova e offerti dal COL ai propri associati, forniscono le competenze digitali di base per utilizzare smartphone e PC nella vita di tutti i giorni, nei rapporti con gli amici, le Istituzioni, i fornitori di servizi, per gestire, elaborare e archiviare dati e immagini che fanno parte ormai della nostra vita quotidiana. (https://www.colge.org/).
Le attività di diGenova proseguono senza sosta, così come continuano le azioni volte a trovare nuove iniziative, e nuovi attori da coinvolgere in questo sforzo di diffusione della cultura digitale. Bisogna ampliare le attività, idearne di nuove, rinvenire nuovi luoghi e nuovi attori con cui svolgere iniziative. Non c’è tempo per fermarsi, né, quasi, per riflettere: la rivoluzione digitale prosegue, inesorabile, e chi non la riesce a cavalcare rimane indietro, condannato all’isolamento e, sempre più, all’irrilevanza.
Bisogna diffondere la cultura digitale, e in forma sempre più estesa, compenetrata, partecipata. Bisogna diffonderla per non morire, come comunità e come paese.
Speriamo che sempre più gente se ne renda conto.