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C’è il digitale nel nostro futuro

a cura di Piero Chiabra, diGenova OdV

Da tempo si sa, e si dice abbondantemente, che le tecnologie digitali sono la spina dorsale della nostra società. E che conoscerle e padroneggiarle non è solo necessario per conoscere il mondo in cui si vive, ma è un passaporto indispensabile per la crescita professionale e la propria affermazione nel mondo del lavoro. Un passaporto che oggi, purtroppo, ancora è negato a tanti.

Il mondo della scuola, legata a vecchi schemi, non garantisce ai giovani una adeguata formazione, generando un “gap digitale” che costituisce un fattore di pericolo notevole nella crescita intellettuale e professionale delle nuove generazioni.    Ben vengano, quindi, i tentativi, tutti, che cercano di variare e ampliare l’offerta formativa della scuola, fornendo ai giovani elementi conoscitivi nell’ambito delle tecnologie digitali e, ancora di più, offrendo loro gli adeguati strumenti di orientamento e valutazione per indurli a seguire studi superiori e universitari di tipo STEM, con le tecnologie digitali come preminente punto focale.

Tra questi tentativi, riveste particolare interesse ed efficacia quello annualmente promosso dal DIBRIS, dell’Università di Genova, e che vede coinvolti ogni anno 120 studenti delle scuole superiori genovesi. Questi studenti, scelti tra quelli più brillanti (il prerequisito è avere almeno la media del sette) vengono coinvolti in un seminario, della durata di cinque giorni, in cui  vengono affrontati gli aspetti relativi a “cosa serve per  le tecnologie digitali”, impartendo loro insegnamenti sia sugli “hard skill”, vale a dire contenuti tecnici sulle tecnologie digitali più avanzate, sia sui “soft skill”, vale a dire le qualità e le attitudini mentali per consentire una loro corretta fruizione, e una adeguata integrazione nel mondo del lavoro.

           

A questa iniziativa, diGenova ha partecipato, con un contributo a cura del presidente Stella Cannizzaro, che ha portato al corso il punto di vista delle aziende, evidenziando le opportunità e le potenzialità di crescita per chi voglia seguire un percorso professionale nell’abito delle tecnologie digitali, e delle materie scientifiche in generale. Un dato tra i tanti citati, quello evidenziato in figura:

Come si vede, anche nel caso di scenario economico più negativo, si prevede un fabbisogno di circa due milioni di figure professionali con skill digitali di tipo intermedio, e poco meno di un milione con skill di tipo specialistico.

Questi dati, che danno una giustificazione e un senso ai tentativi per indurre i giovani ad abbracciare il digitale, e la tecnologia, sono stati un degno coronamento allo sforzo del DIBRIS di organizzare questa iniziativa, che si ripeterà sicuramente negli anni successivi.

APPROFONDIMENTI

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