Illustration: Johan Jarnestad ©The Royal Swedish Academy of Sciences
Il primo premio Nobel per l’intelligenza artificiale che impara (ma non pensa)- One More Thing
16/10/2024
Il mistero della “mossa 37” (Move 37)
30/01/2025
Show all

Giocare per la sicurezza

a cura di  Piero Chiabra, diGenova OdV

È ormai chiaro a tutti come il mondo stia vivendo un cambiamento epocale.

Le tecnologie digitali non sono più, ormai, solo un mezzo efficiente di comunicazione individuale e collettivo, e un ausilio allo sviluppo di relazioni interpersonali, ma modificano pesantemente e ricombinano il nostro modo di interconnetterci, costruendo nuovi linguaggi, nuove rappresentazioni, nuove narrazioni, e interferendo e ricondizionando quelle esistenti.

A tutto questo siamo impreparati. E ciò ha permesso a molti, a troppi, di approfittarne. Le fake news, le truffe digitali, lo hate speech, il body shaming, la pubblicità ingannevole e omnipervasiva hanno definito categorie completamente nuove di azioni criminali, pervadendo qualunque modalità di comunicazione digitale e rendendola insicura, favorendo ladri, profittatori, demagoghi, terroristi, e via dicendo, peggiorando le nostre vite e arrivando addirittura a deteriorare i rapporti all’interno della nostra società, fino a snaturarne gli stessi meccanismi basilari di funzionamento, vedasi ad esempio la radicalizzazione del dibattito politico, e , su un piano sociale, la progressiva scomparsa del rispetto reciproco e financo della buona educazione, soppiantata dal trolling social e, in ultima analisi dell’eclisse della stessa cultura diffusa.

Che fare?

Forse, c’è una sola possibilità di influenzare la traiettoria che l’evoluzione della società digitale sta seguendo, una possibilità forse esile, forse illusoria, ma l’unica che al momento appare percorribile.

L’educazione.

Come sempre nella sua storia, l’Umanità si adatterà alla fine all’ambiente che la circonda, e riuscirà ad elaborare un modus vivendi soddisfacente con esso. L’educazione può dare un contributo ad affrettare questo processo, aiutando lo sforzo di adattamento degli esseri umani a questa nuova cacofonia digitale che pervade ogni angolo della loro vita, permettendo al tempo stesso di contribuire a salvare valori fondamentali come il rispetto reciproco, la tolleranza, e la valutazione serena dei fatti e delle opinioni, agevolando il percorso dell’Umanità verso un nuovo equilibrio. Per questo, bisogna educare i giovani (per gli adulti sussistono poche speranze, temo) a vivere nell’ambiente digitale non come vittime sprovvedute, ma come attori consapevoli, in modo da padroneggiarne le potenzialità e sfuggirne le insidie.

Ma come “lasciare una traccia” nei giovani d’oggi, come far penetrare insegnamenti sul corretto modo di fruire delle tecnologie digitali a giovani che già le conoscono e le praticano, ma in modo basilare e molto spesso sprovveduto? Come radicare in loro una cultura che corregga le storture del loro modo di usare il digitale, lo smartphone, il PC, consentendo loro di operare coscientemente e in sicurezza, al riparo da gatti, volpi e lupi cattivi che nel bosco della rete si annidano così frequentemente?

Un gioco. La soluzione può essere un gioco. Chi, di noi, non si ricorda più facilmente le regole degli scacchi, della Dama o della Scala 40 piuttosto che quelle della consecutio temporum o quelle delle formule di prostaferesi? Un’attività che gratifica e diverte è sempre meglio ricordata degli insegnamenti che vengono impartiti con una lezione frontale. Questo è alla base di una corrente di pensiero e di iniziative nell’ambito dell’ammodernamento della didattica scolastica, che consiste nella cosiddetta “gamification” dell’apprendimento: sostituire e/o affiancare le lezioni tradizionali con esercitazioni di tipo ludico, consistenti in giochi didattici che consentano di ritenere maggiormente gli insegnamenti impartiti.

E, per quel che riguarda la sicurezza digitale, anche al Liceo D’Oria di Genova si è proceduto ad avviare attività di questo tipo.

In collaborazione con la OdV DiGenova Urban Digital Transformation, ormai da anni attiva nel settore della didattica digitale, e nell’ambito delle attività di PCTO, è stato tenuto un corso sull’Educazione Civica Digitale, ad alcune delle prime classi dell’Istituto (L’età di 14/15 anni è stata ritenuta ottimale per l’apprendimento delle nozioni presentate). Il corso, della durata di 9 ore, ha cercato di trasmettere agli studenti una serie di nozioni, tra cui come praticare una navigazione digitale sicura, e al tempo stesso cu come evitare le insidie, le truffe, e tenere un comportamento rispettoso e al tempo stesso sicuro sui social, E, al fine di imprimere maggiormente nella memoria i concetti e le pratiche insegnate, il modulo è terminato con una simulazione competitiva.

Questo gioco interattivo è stato sviluppato da di DiGenova OdV insieme alla associazione romana About Privacy sulla piattaforma di proprietà di Edutainment Formula, una Startup altamente innovativa e attiva nel campo del software didattico.

Il gioco prefigurava una sorta di “gran premio”, una corsa a stazioni tra i vari studenti, in cui ciascuno, per uscire dalla propria stazione, avrebbe dovuto affrontare una serie di quiz relativi alle materie insegnate. La posizione dei vari concorrenti era nota mediante un tabellone visibile a tutti, e, c’è da dire, l’ingegnerizzazione del gioco ricreava un forte spirito agonistico, che si è ripercosso positivamente sulla volontà e sulla capacità degli studenti di ricordare ed esprimere i concetti previsti. Senza dubbio, i partecipanti al gioco avranno mantenuto un ricordo dei concetti e delle nozioni imparate al corso ben maggiore rispetto a insegnamenti utilizzanti le solite tradizionali lezioni frontali ed esercitazioni finali “convenzionali”.  Dopo aver parlato tanto delle tecnologie digitali come un pericolo, ecco che queste ci giungono in soccorso, e ci aiutano ad apprestare degli strumenti per superare le difficoltà da loro stesse apportate. L’importante è che questo non rimanga un caso isolato, ma questa e simili iniziative si diffondano e portino un reale cambiamento al modo di conoscere e di verificare le conoscenze, rendendo i giovani un po’ più impermeabili ai rischi delle tecnologie digitali di quanto lo siano stati i loro genitori e i loro fratelli maggiori.

Questo, se accadrà, lo vedremo in futuro.

APPROFONDIMENTI