a cura di Piero Chiabra, diGenova OdV
Al giorno d’oggi, l’argomento tecnologico che gode probabilmente della maggior diffusione nei media è l’avvento e la diffusione del 5G come standard di comunicazione del futuro.
Come noto, rispetto alle tecnologie 4G attualmente esistenti, il 5G offre un gran numero di vantaggi, tra cui una larghezza di banda molto maggiore (più di cento volte l’attuale), che diminuirà grandemente la latenza, vale dire i tempi di risposta tra ad es. un messaggio e la sua conferma di ricezione, il che a sua volta permetterà molte applicazioni innovative, quali ad esempio la chirurgia a distanza in realtà virtuale/aumentata, o il controllo in tempo reale da remoto di macchinari critici.
A ciò si aggiunge il numero molto maggiore di dispositivi collegabili alla singola antenna 5G, il che permetterà di implementare innovazioni come un “internet delle cose” molto avanzato, e sistemi di gestione complessa dei servizi in grado di consentire la nascita di vere “smart cities”, in cui tutti i servizi siano strettamente integrati e ottimizzati.
Ma non basta.
È sempre più probabile che i decenni futuri vedranno la nascita e la progressiva affermazione di sistemi estremamente complessi, i quali richiederanno una comunicazione molto stretta tra un numero immenso (milioni) di “punti di comunicazione”, generando di un flusso enorme di dati estremamente intricato, dati che dovranno essere gestiti con latenze ridottissime e/o nulle.L’esempio classico che si fa in questi casi è quello della guida autonoma di massa.
Quando le auto si guideranno da sole, esse dovranno comunicare e scambiarsi enormi flussi di dati, in maniera strettamente interconnessa, tra loro e con altri dispositivi intelligenti (semafori, segnaletica, mezzi di servizio, etc.), al fine di ottimizzare i flussi di traffico, evitare ingorghi e altre anomalie e dirigersi lungo i percorsi corretti.
E tutto questo con tempi di latenza estremamente ridotti: un ritardo troppo lungo nello scambio dei dati potrebbe provocare incidenti, anche mortali.
Altri esempi si possono fare nel settore della logistica, del traffico aereo, del calcolo avanzato (ve l’immaginate una rete mondiale di supercomputer strettamente interconnessi che funzionano come una macchina sola? Beh, pensateci) dell’istruzione a distanza, dei media e della difesa.
Esistono dubbi sempre maggiori sul fatto che una rete 5G sarà in grado di gestire questo enorme flusso di dati. E quindi, un po’ in tutto il mondo, già adesso, si stanno tratteggiando le caratteristiche fondamentali di quella che sarà una nuova rete, in grado di gestire tutte queste future necessità di comunicazione.
Come la stanno chiamando? Beh, 6G, naturalmente.
È ancora presto per descrivere come la rete 6G sarà strutturata. Si può già dire, tuttavia, che l’obiettivo sarà, comunque, quello di raggiungere latenze estremamente ridotte, molto di più di quelle delle reti 5G, e gestire flussi di dati estremamente superiori.
E questo obiettivo sarà raggiunto tramite l’utilizzo massiccio dell’Intelligenza Artificiale per la gestione del traffico. Le concezioni attuali di una rete 6G prevedono un sistema di comunicazione popolato da un gran numero di “BOT intelligenti” che viaggiano attraverso la rete velocizzando le connessioni e risolvendo immediatamente gli arbitraggi e i conflitti tra i vari pacchetti di dati, gestendo l’enorme traffico dati in modo ottimale, e eliminando così quello che è forse il maggiore difetto del 5G, in cui il management del traffico dati non è del tutto efficiente. Questo dovrebbe generare una rete fino a 8000 volte più veloce del 5G, con latenze pressoché nulle.
Per realizzare il 6G, è stata costituita un’alleanza, la “Next G Alliance”, promossa da ATIS e che vede la partecipazione di tutti i grandi key player occidentali del settore, da Apple a Google, da Cisco a Samsung, da AT&T a Facebook, Intel, Microsoft e via dicendo (partecipano 24 colossi del settore).
L’obiettivo è quello di “creare una roadmap di sviluppo che favorisca la creazione di un mercato dinamico per l’introduzione, adozione e commercializzazione della rete 6G”. L’ obiettivo non dichiarato, ma ancora più importante, è quello di mantenere una leadership nordamericana in primis, e occidentale in subordine, in un settore in cui la Cina ha ambizioni molto aggressive. Il governo cinese ha infatti annunciato di aver già lanciato, nel 2020, un satellite sperimentale 6G (Propaganda? Verità? Chi lo può sapere?), e sta proseguendo nella strada dello sviluppo di questa nuova tecnologia con la massima velocità.
Tutto bene. Basta che non mi facciano cambiare il telefonino troppo spesso. Neanche il tempo di abituarsi…
Per saperne di più
https://www.fastweb.it/internet/come-sara-6g/
https://www.tomshw.it/smartphone/6g-caratteristiche-italia/
Un’idea su ciò che sta facendo la Cina.
https://www.wired.it/internet/tlc/2020/11/10/cina-satellite-6g/