Source: Intel, Mark Philips, 16 sept 2019, SPIE Photomask Technology
a cura di Piero Chiabra, diGenova OdV
Nel 1897, un emerito professore della Columbia University scrisse un poderoso tomo, pieno di calcoli ed equazioni, in cui dimostrava senza ombra di dubbio che non sarebbe mai stato possibile montare un motore a combustione interna su un veicolo aereo.
Pochi anni più tardi, due fabbricanti di biciclette, i quali, non essendo mai stati all’Università, non avevano potuto abbeverarsi alla Fonte della Conoscenza, ebbero l’impudente ardire di realizzare proprio quello che era stato dimostrato impossibile, vale a dire costruirono un motore a scoppio abbastanza leggero per essere montato su una macchina volante.
Si chiamavano Wilbur e Orville Wright, e il resto è storia.
Qualche cosa di molto simile è accaduto, in realtà, anche in tempi molto più vicini a noi.
Ricordo quando, ahimè svariati decenni fa, ero uno studente di ingegneria elettronica. All’epoca, mi era stato insegnato che i transistor avevano subito fortissime riduzioni di dimensione, tanto da rendere possibili i circuiti integrati, ma che esistevano limiti ben precisi alla piccolezza che potevano raggiungere.
In particolare, non sarebbe mai stato possibile realizzare transistor più piccoli di 100nm (nanometri, ossia milionesimi di millimetro), perché, a quelle dimensioni, sarebbero intervenuti effetti quantistici che avrebbero reso inoperante il dispositivo.
Beh, io non so cosa sia successo (in realtà lo so, è stata realizzata una tecnologia cosiddetta del “pinched drain” che, assieme ad altre, ha fortemente ridotto gli effetti quantistici), ma sta di fatto che, a meno che non siano proprio dei ferrivecchi, i vostri, PC, smartphone e tablet sono realizzati con circuiti integrati basati su transistor lunghi 15-20 nm, e, come sapete, funzionano benissimo.
Qualcuno, a questo punto, ha però detto che il problema si era solo spostato, e che gli effetti quantistici erano stati ridotti, ma non eliminati, e che, per transistor di dimensioni inferiori a 9 nm sarebbero di nuovo diventati prevalenti.
Non sarebbe stato quindi mai possibile realizzare transistor più piccoli di 9 nanometri.
Mai?
La previsione è degli anni attorno al 2010.
La settimana scorsa, la TSMC, la Taiwan Semiconductors Manufacturing Company, vale a dire il più grande costruttore di circuiti integrati del mondo, ha annunciato la messa in produzione dei primi circuiti integrati costruiti con transistor lunghi 5 nm, di prevedere la messa in produzione di una tecnologia a 3nm entro il 2022, e di avere allo studio una tecnologia di transistor a 2 nm.
Nel frattempo, i laboratori di ricerca IBM hanno annunciato di aver realizzato il prototipo di un transistor lungo 1 nm. Non so esattamente quanti atomi sia lungo, ma non sono più di alcune decine. Questo, naturalmente, ha implicazioni enormi per le tecnologie digitali.
Vuol dire, in termini generali, che la corsa del digitale non si arresta, e che continuerà a non esserci alcun rallentamento nella crescita delle prestazioni dei dispositivi digitali, che continueranno ad essere sempre più stupefacenti.
È anche grazie a notizie come questa che, nel corso degli anni, ho maturato l’opinione che possono esistere cose non fattibili con le tecnologie attuali, possono esistere cose difficili da realizzare, ma non esistono cose impossibili in senso stretto, se non per mancanza di inventiva e di creatività.
Forse sbaglio, ma in ogni caso penso di avere delle buone attenuanti.
Per saperne di più
https://www.nextbigfuture.com/2020/12/taiwan-semiconductors-future-lithography.html
Per la tecnologia a 2nm
https://www.phonearena.com/news/tsmc-asml-have-road-map-to-2nm-process-node_id127976
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